In fondo alla via di un’alba gelida, tornava il vicino di casa, camminando tra la sua ombra senza fine ed il suono del silenzio…Non sapeva più distinguere i pensieri dal rumore delle parole, ma lui cammino ancora ed ancora, raggiunse la porta di casa in quell’alba gelida..Passando da un piano irreale, precipitandosi poi dentro quella sua stanza immaginaria, restando immobile solo per un attimo..
In cima alla via di un’alba tiepida, usciva il vicino di casa, correndo tra le sue orme senza fine, in un attimo svaniva in quell’alba tiepida…
Il vicino era preda di abitudine, dentro quella sua stanza immaginaria..Il vicino era solo un’immagine la voce della mia coscienza immobile, lui era solo una virtuale immagine, la voce che si nutre dei miei alibi…

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